L’alta moda fa scalo a Parigi, tra grande lusso, innovazione e maison d’eccellenza.
La mia selection della prima giornata di Paris fashion Week.
DIOR
Maria Grazia Chiuri ha sfilato a Parigi, in una sala decorata con grandi lettere, rappresentate ognuna da una donna, che formavano una delle poesie dell’artista italiana, Tomaso Binga. E voi state pensando che ci sia un errore d’italiano e invece no; Lei è donna, si chiama, Bianca Pucciarelli Menna, che come forma di protesta di fronte ai privilegi del mondo maschile, ha dovuto scegliere uno pseudonimo. Ed è proprio la stessa Menna ad aver creato questo set per lo show di Dior.
Il femminismo è il protagonista di questa sfilata, e la Chiuri ne ha fatto parte integrante.
Probabilmente nel pubblico c’era anche Robin Morgan: attivista, giornalista e autrice; femminista radicale, fin dagli anni 60 dell’American Women’s Movement, leader del movimento internazionale. La sua antologia del 1970, Sisterhood is Powerful, è stata ampiamente riconosciuta come aiuto per l’avvio del movimento femminista contemporaneo negli Stati Uniti, ed è stata citata, dalla New York Public Library come “Uno dei 100 libri più influenti del XX secolo”. Proprio il titolo della sua opera classica, Sisterhood Is Global, è apparso sul primo look, una T-shirt bianca, abbinata ad una gonna a vita alta, a ruota, sbieca, stretta in vita con una cintura altissima e con logo.
La Chiuri, per questa collezione, ha cercato l’ispirazione nelle rivoluzionarie “Teddy Girls” del secondo dopoguerra.
Le ragazze anni 60 che sceglievano la moda “teddy boy”, indossavano le gonne a tubino, le pencil skirt edoardiane, i pantaloni morbidi, le voluminose gonne a ruota, i capelli raccolti a coda di cavallo, e ai piedi, scarpe allacciate spectator.
Via libera a tessuti come denim, pelle, velluto, broccato, tweed, mixati a tulle, paillettes, ricami, techno tessuti per i trench.
I colori vanno dall’aviator blue al midnight, dal nero al grigio antracite, il pristine white e il rosso sparkling. Poi ci sono le fantasie: il check verde smeraldo e nero nel completo tecnho e nel poncho sfrangiato, il ricamo floreale nella lunga gonna in tulle, il tartan per la maxi skirt in tweed, sfrangiato al fondo, il check bianco e nero nella midi in voile a ruota indossata sotto il maxi pull.
La silhouette è stretta al punto vita, è fatta di maxi gonne a ruota, con alte cinture con logo, di gonne midi plissettate, di jeans morbidi, scesi, con il cavallo basso, corti alla caviglia. Negli outfit ci sono t-shirt lettered, camicie in denim, polo a coste e in maglia, a volte con il tocco femminile di un fiocco al collo oppure di un chocker in perle.
Ogni look è completo di un cappello a cloche, ingentilito da una veletta in nero, o grigio antracite, a volte luccicante anche questo molto in stile “teddy girl”.
La femminilità è presentissima nelle scarpe, ben lontane dai pesanti anfibi in stile grunge, visti a Milano e a New York nelle settimane scorse.
Sono kitten heel, o rasoterra, allacciate alla caviglia, con strap incrociati, con fibbie metalliche o lacci, spectator o brogue. Sono a punta, talvolta bicolore, sempre indossate con calzini corti neri.
Qualche volta, invece, sono ankle boot a punta bianchi o neri, in vernice lucidi, dalle linee pulitissime, nette, indossati con calzini corti, tricot neri, che escono rovesciati all’altezza della caviglia.
Le maxi borse, sono le tote bag iconiche BOOK TOTE DIOR OBLIQUE, già viste nelle ultime collezioni Dior, in tessuto ricamato damascato, con nuove fantasie e logo, nei toni del denim blu e del nero, e hand bag geometriche ricamate.
Ad ogni dito, di entrambe le mani, le modelle indossano un anello, uno differente dall’altro.
Nel beauty, imperversa l’eyeliner, che si può notare quando non è coperto da occhiali da sole specchiati. Questa è una collezione sporty e chic che racconta la libertà delle donne.
- Dior Fall 2019
- Dior Fall 2019
- Dior Fall 2019
- Dior Fall 2019
- Dior Fall 2019
- Dior Fall 2019
- Dior Fall 2019
- Dior Fall 2019
- Dior Fall 2019
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- Dior Fall 2019
- Dior Fall 2019
- Dior Fall 2019
- Dior Fall 2019
- Dior Fall 2019
SAINT LAURENT
Anthony Vaccarello, a Parigi, ha messo in scena outfit sexy, esagerati, ribelli, in una collezione senza compromessi, estrema.
Guardando il look del maxi cappotto avorio, quello con le spalle larghissime, lungo fino ai piedi, è facile tornare con la memoria all’appena scomparso Karl Lagerfeld e chiedersi chi ne prenderà il testimone.
Ed ecco che Vaccarello sembra rispondere a questa mancanza, senza volerlo, con una collezione che è un fortissimo richiamo alle origine della maison, addirittura ispirata a Betty Catroux, modella, musa e amica di Yves Saint Laurent.
Ricordiamo che tra Yves Saint Laurent e Betty Catroux scoppiò il “coupe de foudre”: entrambi aborrivano la quotidianità, ambivano a rivoluzionare i codici estetici del loro tempo, cercavano ineluttabilmente lo scandalo, rifuggivano inevitabilmente la noia. La loro amicizia è durata per tutta la vita, fino alla morte, del couturier, nel 2008. “La prima volta che vidi Betty”- raccontò Yves Saint Laurent, era al New Jimmy’s, la discoteca del Régine, nel 1967, indossava una gonna in plastica di Prisunic. Quel che impressionò fu il suo stile, l’androginia, il corpo, il viso, i capelli. All’epoca lo stilista aveva appena lanciato Rive Gauche, la sua linea di prêt-à-porter, e Betty incarnava fedelmente il suo ideale di donna: forte, audace, disinvolta. “Non mi vesto da donna. Non mi interessa affatto la moda.” Diceva lei, e per questo motivo, Betty Catroux, può essere definita l’antesignana della moda “gender”: per anni ha indossato pantaloni a sigaretta, t-shirt e blazer nero, oltre che il celebre smoking, creato, proprio per lei, dal suo amico Yves.
“Saint Laurent disegna per donne che hanno una “doppia vita”. I vestiti da giorno, aiutano la donna a stare in mezzo agli altri, le permettono di andare dappertutto senza attirare un’attenzione indesiderata: grazie alla loro naturalezza un po’ maschile, le conferiscono una certa forza e per incontri che potrebbero dar luogo a conflitti. Ma per la sera, quando la donna può scegliere con chi stare, Yves la rende seduttrice”, dichiarò la Deneuve.
Anthony Vaccarello sembra a proprio agio nell’esplorare e nel ripercorrere in modo naturale la storia di Yves Saint Laurent: gli abiti corti, i completi maschili sartoriali e le spalle larghe. Per lui sono quasi un’ossessione.
Questo stile lo ritroviamo nello smoking bianco indossato a pelle, sartoriale, pulito; nei pantaloni maschili a vita alta in pelle o in lana, indossati con bluse femminili, in tessuti leggeri e trasparenti, ricamati e con applicazioni di paillettes, con spalle di almeno due cm più grandi, stretti in vita; micro short e mini abiti in total black, full paillettes, animalier, indossati con giacche da sera, generosamente ricamate, con bluse o stole in tessuti preziosi, broccati, pellicce, damascati, sempre caratterizzati da spalle oversize. Abito lungo, su tutti, in taffetà total black, con una fascia di raso in vita, a fare da iperbole allo smoking classico, ma al posto del pantalone, ha una gonna a matita lunga fino ai piedi: il simbolo della femminilità androgina YSL.
La sua donna, per questa collezione è “davvero forte, è senza paura”, è come se lo spirito di Yves scorresse naturale sotto la sua pelle.
Le gambe, a differenza di quanto visto nelle sfilate di molti altri stilisti, non sono mai nude, ma sempre coperte di collant velati neri a pois, indossate con stivali al ginocchio per un outfit moderno o ankle boot bordati di piume, a punta, neri, oppure puma con platform in vernice
Alla fine dello show, l’ultima parte della sfilata, è un delirante défilé di pure forme: le modelle sfilano al buio, in abiti fluo, camminando dietro una parete di vetro, in una luce nera, con uno specchio alle loro spalle. Gli abiti sono mini dress, tubini stretti in vita da cinture sottili a contrasto, monospalla, con volant, animalier, indossati con décolleté a punta, e tacco sottile.
Quello che colpisce è sicuramente il colore: tutte tinte fluo a contrasto, colori neon dal giallo al fucsia, dall’arancio al verde. Molto pop art.
- Saint Laurent Fall 2019
- Saint Laurent Fall 2019
- Saint Laurent Fall 2019
- Saint Laurent Fall 2019
- Saint Laurent Fall 2019
- Saint Laurent Fall 2019
- Saint Laurent Fall 2019
- Saint Laurent Fall 2019
- Saint Laurent Fall 2019
- Saint Laurent Fall 2019
- Saint Laurent Fall 2019
- Saint Laurent Fall 2019
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- Saint Laurent Fall 2019
- Saint Laurent Fall 2019
A presto,
Carla